Antica Città di Temesa

L'ANTICA CITTÀ DI TEMESA

Temesa fu un’antica città della Calabria situata indicativamente tra gli attuali territori di Campora San Giovanni, Serra d'Aiello e Nocera Terinese.

  1. La Fondazione
  2. Il Periodo Greco e Brettio
  3. L'Alto Medioevo
  4. La Città Citata da Omero
  5. L'Heroon di Polite
  6. Il Racconto di Pausania
  7. Turismo Culturale in Calabria

LA FONDAZIONE DI TEMESA

Strabone nel Geografia la descrive come la prima città dei Brettii partendo da Laos, situata poco prima di Terina, quest'ultima già distrutta al suo tempo. Sempre secondo il geografo greco fu fondata dagli Ausoni e, successivamente, abitata dagli Etoli che vi arrivarono con Toante.

Secondo Licofrone fu fondata dai Focesi, figli di Ifito e nipoti di Naubolo: guerrieri Greci menzionati da Omero nel Catalogo delle navi (νεῶν κατάλογος).

IL PERIODO GRECO E BRETTIO

Nel VI secolo a.C. Temesa fu sotto il controllo di Sybaris; dopo la distruzione di quest'ultima, passò sotto il controllo di Kroton e, successivamente, di Locri Epizefiri.

Tra il IV ed il III secolo a.C. la città fu occupata dai Brettii e fu riorganizzata dal punto di vista amministrativo. Successivamente, fu occupata da Annibale e, infine, dai Romani nel 194 a.C. che la trasformarono in una colonia, mutandogli il nome in Tempsa.

TEMPSA NELL'ALTO MEDIOEVO

La città continuò ad esistere anche nell’alto medioevo e fu elevata a diocesi bizantina. L’ultima notizia certa sull’esistenza di Tempsa è databile all’870 d.C., quando il vescovo Giovanni di Tempsa viene citato tra i vescovi presenti nel Concilio Costantinopolitano IV: in cui si condannava lo Scisma di Fozio.

Dopo la conquista araba dell’area e la riconquista bizantina avvenuta nell’ 885, la diocesi prese la denominazione di Amantea-Tempsa: questo fa dedurre che Tempsa ed Amantea erano due città diverse e per un dato periodo contemporanee.

Nel territorio del Comune di Orsomarso, all’interno della Chiesa di Santa Maria di Mercuri, edificio risalente all’XI secolo, è presente una dicitura che attesta che la chiesa apparteneva alla diocesi di Tempsa: questo sposta di circa 150 anni l’esistenza della città dopo l'870.

LA TEMESA OMERICA

Temesa viene citata da Omero: "a Temesa per bronzo"; questo dimostra quanto fosse antica e importante la città, da venir menzionata da altri popoli in poemi tanto importanti. Infatti, nel mondo antico la città era nota per l’eccelsa produzione del bronzo.

Strabone scrive che presso la città, al suo tempo (I secolo d.C.), esistevano delle ricche miniere di rame.

Anche se non in modo ufficiale, sembra che le cave di rame dell'antica Temesa siano state individuate presso la contrada Vetriolo di Amantea, presso il centro di Campora San Giovanni.

Nell'area sono stati rinvenuti reperti e scarti del rame vetrificato, nonché parte delle fornaci utilizzate per la sua lavorazione.

L'HERÒON DI TEMESA E IL MITO DI POLITE

Presso Temesa era edificato un Heròon, circondato da olivi selvatici, sacro a Polite compagno di Ulisse. Secondo il mito Polite fu ucciso dagli abitanti della città a tradimento; in un’altra leggenda fu ucciso per aver violentato una giovane del luogo quando era ubriaco, per questo motivo fu tale lo sdegno che divenuto demone imperversò sulla città.

Per placare l’ira del demone, la città su responso di un oracolo decise di pagargli un tributo annuale.

Quando Temesa fu conquistata da Locri Epizefiri, il pugile Eutimo scese negli inferi e sfidò Polite: dopo averlo battuto, lo obbligò a liberare la città dal tributo.

LA TEMESA RACCONTATA DA PAUSANIA

Anche lo storico greco Pausania parla di Temesa e racconta di un dipinto presente ad Olimpia che la riguardava.

Pier Giovanni Guzzo, così lo descrive: "Gli abitanti di Temesa avevano ucciso uno dei compagni di Ulisse, a nome Polite: l'ombra di esso, terrorizzando con le sue apparizioni la città, impose, per essere placata, il tributo annuale di una vergine. Il rito si compiva da lungo tempo, finché Eutimo di Locri, vincitore ad Olimpia nel primo quarto del V secolo, sconfisse lo spietato fantasma e liberò la città. La pittura (ad Olimpia) raffigurava la personificazione della città stessa, dei fiumi Sybaris e Calabro, della fonte Lika, oltre al fantasma stesso".

TURISMO CULTURALE IN CALABRIA

VISITA CULTURALE A CAPO COLONNA (CROTONE)

VISITA GUIDATA AI BRONZI DI RIACE (REGGIO CALABRIA)

VISITA GUIDATA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI METAPONTO (BASILICATA)

0
Condividi