Portulaca (Portulaca olearia)

LA PORTULACA

La Portulaca (Portulaca olearia), conosciuta anche con il nome di Porcellana Comune, è una pianta erbacea della famiglia delle Portulacaceae che cresce spontaneamente in Calabria.

Localmente è denominata purchiacca o ndracchia.

  1. Descrizione
  2. Proprietà
  3. Storia
  4. Usi e Ricette Calabresi

DESCRIZIONE DELLA PORTULACA

La Portulaca una pianta erbacea annuale: glabra, strisciante, alta fino a 40 cm circa.

Le sue radici sono biancastre a fittone.

Il fusto, di colore rossastro, è molto carnoso e ramificato fin dalla base; i rami generalmente sono adagiati sul terreno, meno frequentemente ascendenti o eretti.

Le foglie sono spesse, papillose, alterne, lucenti, generalmente obovate.

I fiori sono di colore giallo e si trovano sulla sommità dei rami, avvolti dalle foglie superiori.

Il frutto è una capsula ovoidale contenente numerosi semi neri e lucenti che in piena maturazione cadono al primo movimento della pianta.

La portulaca è una pianta invasiva e infestante, difficile da debellare; cresce soprattutto negli orti, meno frequentemente nei campi coltivati, dal livello del mare ai 1700 metri di quota.

PROPRIETÀ DELLA PORTULACA

La Portulaca è un toccasana di proprietà, contiene più omega-3 (acido alfa-linolenico in particolare) rispetto a qualsiasi altra foglia vegetale.

La ricerca pubblicata da Artemis P. Simopoulos afferma che portulaca ha 0,01 mg/g di acido eicosapentaenoico (EPA), questa è una straordinaria quantità di EPA per una fonte vegetale; l'EPA è un acido omega-3 che si trova principalmente nel pesce, un po' nelle alghe, nei semi di portulaca e nel lino.

La portulaca contiene anche vitamine, soprattutto vitamina A, vitamina C e in quantità minori vitamina B e carotenoidi; oltre a sali minerali: magnesio, calcio, potassio e ferro.

Nella portulaca sono presenti anche due tipi di betalaine: pigmenti alcaloidi, i betaciani rossastri, ben visibili nella colorazione degli steli; le betaxanthins gialle, evidenti nei fiori e nella soffusione giallastra delle foglie; entrambi sono potenti antiossidanti.

In 100 grammi di foglie di portulaca fresche sono contenuti dai 300 a 400 mg di acido alfa-linolenico; una tazza di foglie cotte contiene 90 mg di calcio, 561 mg di potassio e più di 2.000 UI di vitamina A.

STORIA DELLA PORTULACA

La Portulaca fu ampiamente utilizzata nel bacino del Mediterraneo già in epoca preistorica; dei semi sono stati recuperati nel Heraion di Samo risalente al VII secolo a.C.

Nel IV secolo a.C. Teofrasto denomina la portulaca: ἀνδράχνη (→ leggi andrákhne); denominazione ancora oggi utilizzata con il termine ndràcchia in varia aree della Calabria.

Gli Arabi nel Medioevo la denominarono baqla hamqa: pianta pazza, per il modo in cui i rami si estendono sul terreno, senza alcun controllo.

Nel 1288 fu annoverata tra le erbe commestibili da Bonvesin de la Riva, nel suo testo Meraviglie di Milano.

Attualmente, la Portulaca è una delle sette erbe usate nel piatto simbolico servito al NanaKusa-no-sekku, il tradizionale piatto giapponese, come nuovo anno rituale.

È una pianta comune in alcune parti dell'India, dove si presume abbia avuto origine la sua coltivazione; dove è nota come: Sanhti, Punarva o Kulfa.

USI E RICETTE CALABRESI CON LA PORTULACA

Ricetta dell'Insalata di Portulaca alla Calabrese

Piatto di Insalata di Portulaca

In cucina trova spazio in molte ricette della gastronomia calabrese, come: l'Insalata di Portulaca alla Calabrese.

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