Stesicoro: l'Omero della Lirica Corale

    STESICORO: L'OMERO DELLA LIRICA CORALE

    Stesicoro nacque a Metauros, l'odierna Gioia Tauro nel 630 a.C.

    A lui si deve un'importante innovazione metrica, dividere i componimenti lirici-corali in raggruppamenti di strofe, antistrofe ed epodo; innovazione che tutti adottarono in seguito.

    Gli antichi lo definivano con l'appellativo di Omero della lirica corale: il grande poeta dei miti, il poeta che declamava le sue opera accompagnandosi con la cetra.

    IL TRASFERIMENTO IN SICILIA DI STESICORO

    Con il nome di Tisia si trasferì ad Imera, dove secondo una leggenda tramandata da Aristotele, avrebbe narrato la favola del cavallo e del cervo, metafora della scelta politica degli imeresi, quando questi pensarono di affidare la difesa della propria città a Falaride, tiranno di Agrigento.

    Stesicoro per spiegare i pericoli di quella scelta, raccontò di un cavallo che per mettersi al sicuro contro il cervo, suo tradizionale nemico, invocò l'aiuto dell'uomo. L'uomo lo protesse dal cervo, ma alla fine lo addomesticò e ne divenne padrone.

    A causa di questa storia venne espulso dalla città e trovò asilo politico a Catania, dove morì per mano del brigante Nicànore.

    La tradizione vuole che in questa città fosse stato eretto in suo onore un grande sepolcro a pianta ottagonale, in quanto otto erano le opere a lui attribuite.

    LA PRODUZIONE LETTERARIA DI STESICORO

    La produzione di Stesicoro fu di ventisei libri: inni, poemetti epico-lirici e canti amorosi, fra questi: la Caduta di Troia, l'Orestea (l'uccisione di Agamennone da parte della moglie Clitemnestra e l'uccisione per vendetta di Clitemnestra da parte del figlio Oreste) e tre poemi sulle Fatiche di Eracle.

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