Il Brigante Re Marcone

RE MARCONE

Re Marcone, pseudonimo di Marco Berardi, nacque in un anno non precisato del XVI secolo a Mangone da una famiglia di nobili origini.

Fu etichettato come eretico dalla Chiesa e brigante dal Vice Regno Spagnolo, anche se in realtà fu semplicemente un ribelle.

  1. La Vita
  2. La Ribellione
  3. L'Inizio della Macchia
  4. La Nascita del Regno
  5. L'Ideologia

LA VITA

Era una persona con un buon grado di istruzione, essendo stato istruito dai Valdesi di San Sisto, dei quali divenne simpatizzante.

Non era un conformista e le sue contestazioni non tardarono ad attirargli la poco gradevole attenzione della Santa Inquisizione e del Vice Regno Spagnolo.

LA SCINTILLA DELLA RIBELLIONE

L'epilogo della vicenda di Re Marcone ebbe inizio tra i boschi del Gariglione e la Vallata del Tacina: lo scarso raccolto del 1559, a seguito di una grande siccità, e la conseguente carestia del 1560; le persecuzioni religiose dei Valdesi del 1561; le incursioni turche e la peste del 1562; le gravose tasse imposte dal governo di Napoli.

L'INIZIO DELLA MACCHIA

Arrestato per sospetta eresia, probabilmente per la sua vicinanza ai Valdesi, Re Marcone riuscì ad evadere dal carcere dell'inquisizione di Cosenza e a trovare rifugio nei boschi limitrofi. Lì formò una numerosa banda armata, composta perlopiù da persone che condividevano lo stesso destino, con l’obiettivo di conquistare gran parte del territorio calabrese, espellere gli spagnoli e abolire il tribunale dell’inquisizione.

Nel 1563 Re Marcone con 150 "forasciti" e la complicità di alcuni abitanti del luogo, riuscì a penetrare nel centro di Cropani, razziato l'anno prima dai corsari turchi, mettendo al sacco le dimore dei possidenti e sequestrando alcuni signorotti locali per richiedere il riscatto.

Nello stesso anno sconfisse una guarnigione di cinquanta soldati spagnoli a Crotone, comandata dal capitano Diego de Veza.

LA NASCITA DEL REGNO

In breve tempo creò un piccolo regno intorno a Crotone, con funzionari incaricati dell'amministrazione e imponendo tributi ai possidenti.

Dopo questi successi militari il viceré di Napoli, il duca di Alcalà Pedro Afán de Ribera, volle occuparsi personalmente della lotta contro Re Marcone e il 16 agosto del 1563 inviò nell'area dei ribelli un esercito comandato dal marchese di Cerchiara Fabrizio Pignatelli.

Forte di duecento cavalieri, mille fanti spagnoli e altrettanti cavalli leggeri, il marchese ebbe la meglio ma non riuscì a catturare Re Marcone.

L'IDEOLOGIA RIBELLE

Più che per necessità di guadagno, Marco Berardi praticò il brigantaggio per motivi ideologici, tant'è che non esitò a colpire gli interessi della casta nobiliare a cui egli stesso apparteneva.

Si mise alla testa dei contadini, la cui secolare miseria era stata ulteriormente esasperata dalla crisi economica che aveva trasformato le varie terre dell'allora Vice Regno Spagnolo, da esportatrici a importatrici di grano.

Ad aggravare ulteriormente la situazione contribuì la forte esplosione demografica che proprio in quegli anni si verificò nelle aree rurali. Alla fine, inevitabilmente, sotto la stretta della fame in Calabria ebbero inizio le rivolte anti-baronali.

Re Marcone fu il capo di un'insurrezione contro le angherie e i soprusi, lottando per il riscatto della povera gente.

Scrisse e divulgò un programma in cui propugnava la «libertà di tutti di servirsi di quanto Dio spontaneamente elargisce». Venivano anche teorizzate la «distribuzione dei prodotti secondo i bisogni di ciascuno» e l’«appartenenza dei campi e dei feudi ai contadini, e non ai principi».

Della sua fine e di quella della moglie Giuditta si hanno varie versioni: secondo alcuni, alla fine fu catturato, torturato e ucciso; secondo altri, non fu mai trovato. Il suo mito vive ancora oggi.

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