Il Brigante Giosefatte Talarico

GIOSEFATTE TALARICO

Giosefatte Talarico nacque a Panettieri nel 1805, allora casale della Città Regia di Scigliano.

Dopo essere stato seminarista intraprese gli studi di farmacia.

  1. Una Vita da Brigante
  2. La Banda
  3. La Resa Accordata

UNA VITA DA BRIGANTE

La sua vita da brigante iniziò nel 1820 a seguito di un delitto d’onore, per avere ucciso un giovane prepotente del luogo che aveva violentato la sorella. Dopo questo episodio si diede alla macchia tra i monti della Sila.

Le sue vicende brigantesche si protrassero tra il 1823 e il 1845.

Dalla popolazione locale fu visto come il giustiziere che vendicava i torti e difendeva i deboli, tutt’ora è ricordato come tale.

Fu un personaggio forte, astuto, coraggioso; crudele se necessario, inafferrabile e quasi invulnerabile.

Fu di animo generoso e aiutò chi aveva bisogno; in più occasioni concesse doti a ragazze povere.

Protetto da amici potenti, riusciva a frequentare caffè, teatri e vie pubbliche: travestito da prete o da ricco signore.

Il suo campo d’azione fu l’intera Sila, territorio in cui operavano diverse bande di briganti, quali: le Bande di San Giovanni in Fiore; la Banda di Giovanni Roma da Caloveto; la Banda di Domenico Falcone, detto Vis Vis; la Banda di Tiriolo.

LA BANDA DI GIOSEFATTE TALARICO

La Banda di Giosefatte Talarico fu leggendaria.

I suoi uomini avevano una mobilità impressionante ed erano particolarmente addestrati all’uso delle armi; in più occasione riuscirono a sfuggire all’accerchiamento dei soldati, dopo aspri conflitti a fuoco.

Come capo aveva doti indiscutibili e grande rispetto dai suoi compagni.

Gli fu imposta una taglia di 1800 ducati per la cattura e 1200 per la sua uccisione; mentre 300 ducati erano stanziati per coloro che indicavano il suo nascondiglio: ma non fu mai catturato.

LA RESA ACCORDATA

La sua latitanza finì nel 1844, quando re Ferdinando II di Borbone dopo aver constatato la sua imprendibilità, gli propose, in cambio della resa, una pensione di sei ducati e una casa a Ischia.

Giosefatte acconsentì a condizione che il beneficio fosse esteso anche ai suoi compagni.

A Ischia Talarico si sposò ed ebbe una figlia. Restò sull'isola fino al 1886, anno della sua morte.

A Panettieri, sua città Natale, è allestito un museo interamente dedicato alla sua figura.

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